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13/09/2009
Cartoline da San Paolo - 13
Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.

Il Blue Team è purtroppo uscito sconfitto dalla finale della Bermuda Bowl, cedendo a USA 2 (Ralph Katz, Mamohood Zia, Jeff Meckstroth, Nick Nickell, Eric Rodwell) per 249 a 285.33.
    Nelle quattro precedenti occasioni nelle quali ci eravamo scontrati con lo squadrone americano, pur perdendo in due di esse, lo avevamo fatto solo a causa del carry-over, ed è quindi, di fatto, la prima volta che rimaniamo indietro nel punteggio parziale, se pure non di molto, 28 IMP.
    Eravamo partiti male, poi avevamo avuto un tempo strepitoso, nel quale avevamo annichilito Hamman & Co. con un terrificante 57-1, ma nei tempi successivi avevamo continuato a perdere punti senza essere capaci di arrestare l’emorragia, ed a metà del sesto tempo eravamo sotto di 90.33.
    A quel punto, è suonata la carica: abbiamo vinto quel tempo, e poi anche i due successivi, gli ultimi, ma i -62 con i quali avevamo cominciato l’ultima giornata sono stati troppi da rimontare, anche se le mani si prestavano, e qualche chance l’abbiamo avuta.
    Bravi i nostri avversari, che ci hanno tenuto sotto la soglia dei 2 IMP a mano, così dimostrando anche nei numeri di aver giocato benissimo; i nostri potevano ancora vincere, ma avrebbero dovuto pennellare al meglio delle loro capacità, e questa volta la forma non era la migliore.
    Tra i nostri valorosi avversari, un applauso particolare va a Bob Hamman, classe 1938, giunto alla sua decima vittoria nella Bermuda Bowl, a quasi quarant’anni dalla prima, a Stoccolma nel 1970. L’immenso Bob non ha praticamente sbagliato una carta, né una licita, e questo dopo altre, recenti occasioni, nelle quali era invece sembrato appannato.
    Formidabili i Meckwell, che hanno giocato tutte le mani, producendo sì qualche raro, pessimo risultato, ma portando a casa anche molti punti che pochi altri, e forse nessuno, potrebbero produrre. Per loro quinta Bermuda Bowl; la prima nel 1981.
    Pur avendo giocato solo tre tempi, si deve definire eccezionale anche la prestazione di Ralph Katz, il quale ha dimostrato che, non giocasse sempre e solo con sponsor, avrebbe ben più di quest’unico titolo mondiale – era il primo, per lui – alla cintura. Non si può annotare nessun errore a suo carico, e molto pochi anche al capitano e sponsor, Nick Nickell, il quale ha avuto un tempo di grave smarrimento nel secondo parziale, ma è stato anche capace, negli altri due giocati, di produrre un bridge eccellente, e di portare a casa dei bei punti.
    Mi rimane solo Zia, il quale ha finalmente broke his duck (linguaggio mutuato dal Cricket, dove to break a duck significa segnare finalmente un punto), e incamerato il suo primo titolo mondiale “maggiore”. Ebbene, il pakistano è stato certamente l’elemento debole della squadra: ha sì fatto qualche giocata brillante, e con quelle guadagnato un po’ di punti, ma molti di più ne ha persi con scelte dichiarative perlomeno discutibili, e con un madornale errore di contro gioco nel penultimo tempo.
    Per quanto riguarda i nostri, in altra sede verrà forse fatta un’analisi accurata delle prestazioni dei singoli, per quanto mi riguarda, io preferisco accomunarli tutti in caloroso applauso per il bellissimo risultato, e un forte, affettuoso abbraccio, nel quale cingere anche la deliziosa capitana, Maria Teresa Lavazza, e l’affettuoso coach, Massimo Ortensi, i quali tanto hanno sofferto con i ragazzi.
    Mentre finiva la Bermuda Bowl, altrettanto faceva il World Transnational Open Teams, il quale ha vissuto una conclusione davvero palpitante.
    Con una mano da giocare, Atreo Logistic Poland era avanti di .5 IMP! Nell’ultimo board, tuttavia, Helgemo-Helness sono stati capaci di spingere Gawrys a 3 Picche nell’abito di una licita competitiva, e poi di battere ilo contratto. Zdmudzinski, invece, di Picche ha potuto giocarne solo 2, ma l’attacco a Fiori, trovato da Buras, poteva domare anche quelle di due prese, come già successo al contratto di Gawrys. I due giovani polacchi che difendevano, tuttavia, junior fino all’anno scorso e onusti di gloria nella categoria, hanno smarrito la via, e con quella il due down e il titolo, che è così andato a Zimmermann per 95.5 a 93.
    Pierre Zimmermann e Frank Multon si sono così confermati campioni, i primi a riuscirvi, ma nella loro squadra questo è stato il secondo titolo anche per Cesary Baliki e Adam Zdmudzinski, che avevavo già a vinto alle Bermude nel 2000. Prima vittoria di specialità, invece, per Geir Helgemo e Tor Helness, i quali vantano tuttavia anche una Bermuda Bowl, una Rosenblum, e un World Master Individual (Helness, l’anno scorso a Pechino, con Helgemo medaglia d’argento).
    Onore dunque a loro, che erano peraltro la squadra super favorita del torneo, ma applausi a scena aperta anche ai loro avversari, i quali avevano in campo due ventiseienni, come visto, e due ancora Juniores, Kalita e Kotorowic, nomi che certo risentiremo presto, insieme ai veterani Piotr Gawris e Jacek Pzczola.
    Arrivederci da un’altra parte del mondo.
    
    MDS

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