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10/09/2009
Cartoline da San Paolo – 10
Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.

Sarà ancora una volta Italia-USA la finale della più prestigiosa competizione del calendari mondiale, la Bermuda Bowl, il classico che più classico non si può, nell’ambito di tutti gli sport.
   Nelle 38 precedenti edizioni della “Coppa del Governatore delle Bermude”, le due formidabili squadre si sono trovate a disputare l’epilogo finale altre undici volte in un testa a testa, ma, considerato che dal 1958 al 1965 si giocava un round robin, e che in quegli anni la coppa se la giocavano sempre e comunque loro due, il totale si può calcolare in diciassette, quasi una volta su due.
   Del resto, gli Stati Uniti hanno vinto 17 volte, e l’Italia 14, con la sola Francia, tra le altre, capace di vincere più di una volta (due, 1956 e 1997). Nei tempi moderni, inoltre, una classica in sé è lo scontro tra il moderno Blue Team e la squadra statunitense in finale, ovvero quella sponsorizzata da Nick Nickell, le quali si sono battute in finale già due volte, nel 2003 e nel 2005, e hanno giocato anche due quarti di finale, nel 2000 e nel 2001.
   Il bilancio è in perfetta parità: perdemmo alle Bermude (2000), vincemmo a Parigi (2001), perdemmo di nuovo a Montecarlo (2003), ed abbiamo vinto l’ultima volta, nel 2005. Tuttavia, le due volte che siamo stati sconfitti, è sempre stato a causa del carry-over sfavorevole, visto che, in entrambe le circostanze, in finale avevamo fatto più punti noi.
   Un carry-over sfavorevole ce l’avevamo però anche quando abbiamo perso, e questo vale la pena di dirlo perché anche oggi partiremo in svantaggio, di 8.33 IMP, causa la sconfitta nello scontro diretto, così che non si possono trarre dalla circostanza auspici sfavorevoli.
   Mentre i nostri si presentano all’appuntamento nella stessa formazione delle due precedenti finali, gli americani, per motivi drammatici, non schierano la stessa formazione di allora. Negli ultimi due anni, infatti, sono deceduti Paul Soloway, compagno di Bob Hamman, e, solo tre mesi fa, Richard Freeman, partner di Nickell.
   Nickell gioca qui con Ralph Katz, un formidabile professionista molto bravo a giocare con gli sponsor, tanto che, a giudicare dal risultato della classifica butler, il pur repentino cambio di compagno non sembra aver influito sulle prestazioni di Nick. Discorso diverso invece per Bob Hamman, il giocatore più titolato ancora in attività. Il formidabile Bob, dopo qualche tentativo fallito – Tenant Lall a Shang Hai e Chris Compton a Pechino – ha recentemente trovato casa insieme a Zia Mamhood, ma non sembra che l’alchimia tra i due sia perfetta, senza contare che il campione americano sembra accusare età e qualche acciacco.
   Ci aspettano otto tempi di sedici smazzate l’uno, per un totale di centoventotto, una distanza lunga e, speriamo, uno spettacolo appassionante, augurandoci di poter cantare a squarciagola l’Inno di Mameli ancora una volta.
   Le due squadre finaliste sono arrivate all’atto conclusivo in maniera simile: entrambe hanno dominato gli avversari – Bulgaria per noi, e Cina per gli americani – dall’inizio alla fine della rispettiva semifinale, tanto che entrambi gli avversari medesimi hanno gettato la spugna con sedici mani ancora da giocare. L’Italia ha dunque vinto 237 a 132, e USA 2 per 224 a 123.
   Anche nella Venice Cup un incontro è finito per KO, quello tra le due squadre statunitensi, e questa volta con ben due tempi ancora da disputare. USA 2 ha infatti abbandonato dopo 64 smazzate, quando il punteggio stava sul 179.5 a 80. USA 1 ha così stabilito quello che credo sia un nuovo record: ha vinto con due tempi di anticipo sia nei quarti che in semifinale!
   Molto più drammatico invece lo svolgimento di Cina-Francia. Le transalpine si erano svegliate in testa, e avevano guadagnato altri due IMP nelle mani da 49 a 64. Il vento è però bruscamente cambiato nel quinto tempo, che le cinesi hanno vinto per 76-23, portandosi avanti sul 200-170.33. Ventinove IMP non erano certo un distacco insormontabile, ma nelle prime due mani del turno conclusivo le cinesi hanno scritto 21 IMP, e sebbene le poulettes abbiamo caparbiamente recuperato qualcosa, hanno finito per prevalere 245-221.33.
   Ancora una volta, dunque, Cina e USA si troveranno di fronte, in quello che è l’incontro più gettonato degli ultimi quindici anni. Le cinesi erano sempre uscite sconfitte fino all’anno scorso, quando hanno finalmente spezzato la malia sconfiggendo le americane nella semifinale olimpica. Tuttavia, neppure quella volta sono poi riuscite ad arrivare all’oro, sconfitte dalle inglesi per un misero punticino! Di fatto, la Cina è la squadra più medagliata dei tempi moderni, ma non è mai riuscita ad arrivare all’oro.
   Nel Seniors tutti e due gli incontri di semifinale hanno avuto un andamento spettacolare.
   L’Indonesia, finalista tanto all’Estoril che a Shang Hai, conduceva risolutamente la corsa contro l’Inghilterra, e, da favorita, sembrava sicura vincitrice. Tuttavia, gli inglesi hanno rovesciato il pronostico, vincendo di 9 IMP il quarto tempo, e di 32 il quinto, contenendo poi il ritorno degli avversari. L’Indonesia ha infatti vinto di sesto tempo 44-38, ma è rimasta indietro 204.5-182.
   Le ultime sedici mani, giocate in rama, non hanno mancato di fornire elementi di tensione: dopo qualche mano nella quale l’Inghilterra aveva aumentato il suo vantaggio, un ridicolo slam a buon fine prime, e poi due brutte batoste, hanno portato 12, 12 e 10 IMP nelle casse indonesiane, con il distacco ridotto a meno di 20 IMP con metà tempo ancora da giocare. Un bel colpo degli inglesi prima, e la calma piatta nelle distribuzioni dopo, hanno però visto la navicella inglese arrivare felicemente in porto.
   Accanto, altro dramma tra USA 2 e Polonia, e anche qui una rivoluzione nella giornata di ieri. USA 2 era infatti in vantaggio prima del quarto tempo, tempo che ha vinto di un ulteriore IMP, ma poi i baltici hanno impilato prima un bel 69-48, portandosi pressoché in parità (a -2), e poi hanno concluso la demolizione degli avversari con un perentorio 66-27 nelle ultime sedici mani. Un totale di 273 a 236 per loro, ha fatto sì che per la prima volta nella storia del Seniors Bowl non sentiremo Stars and Spangles. Ascolteremo invece “God save the Queen”, o la “Mazurka di Dabrowski”.
   
   MDS
   
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