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04/09/2009
Cartoline da San Paolo - 4
Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.

È ora di presentare un pochino più in dettaglio l’immensa città nella quale ci troviamo, San Paolo, capitale dell’omonimo stato. In particolare, vi voglio dare conto della sue proporzioni gigantesche, e non solo in termini di superficie ed abitanti, e di quella che ne è la sua caratteristica più peculiare, la multi etnicità.
    Per quanto riguarda il primo aspetto, ebbene La città copre un'area di 1.524 chilometri quadrati e ha una popolazione di poco superiore agli 11 milioni di abitanti (2006); è quindi la più vasta e popolosa città dell'Emisfero australe.
    Nella Regione Metropolitana di San Paolo (definita dal governo Região Metropolitana) vivono 20 milioni di persone, che ne fanno la terza area metropolitana per numero di abitanti. Se poi si considera l'area metropolitana estesa (Complexo Metropolitano Estendido), San Paolo raggiunge i 29 milioni di abitanti, diventando quindi la città più popolosa del mondo dopo Tokyo, che ne ha 35 milioni. La regione forma una megalopoli ancora maggiore con Rio de Janeiro e Volta Redonda. Lo Stato di San Paolo è anch'esso altamente popolato, tuttavia gran parte delle aree metropolitane circondano San Paolo, con l'eccezione di Ribeirão Preto e São Carlos. Tutto lo stato conta una popolazione superiore ai 40 milioni di abitanti.
    Come tutte le città di questo tipo che ho visitato negli ultimi tempi, anche questa è fatta di molti elementi torreggianti, quartieri i cui grattacieli si stagliano alti all’orizzonte (siamo molto lontani dal centro della città), ma a fianco degli stessi si stendono anche aree residenziali verdissime, come quartieri popolari molto poveri. Inoltre, e così introduco l’elemento delle molteplici culture ed etnie qui presenti, ci sono due quartieri, italiano e giapponese, che sembrano riproduzioni del sud Italia della fine dell’ ‘800 il primo, e del Giappone degli anni 20 del ‘900 il secondo.
    Sono italiani con tanto di passaporto circa due milioni di paulistanos (il più famoso termine paulista si riferisce agli abitanti dell’intero stato), e qualcosa come sei e mezzo hanno comunque origini italiane. Ecco perché posso dire di aver mangiato qui una pizza di altissimo livello. Due milioni e mezzo sono gli aventi avi giapponesi, e poi ci sono moltissimi libanesi, tedeschi, siriani, cinesi, spagnoli; una folta comunità ebraica, e poi molti arabi di varia provenienza. Popoli, questi, giunti nella zona dal 1870 in poi, quando cominciò l’espansione di quello che era un piccolo centro.
    Insomma, un calderone di lingue, cucine, colori, sapori, di grandissimo fascino ed interesse antropologico e culturale, in un deserto, invece, di elementi turistici di rilievo – la città è forse troppo giovane per presentarne, ed è quindi assai bruttina nel complesso.
    A proposito di molteplicità di lingue ed etnie, e di mescolanza delle stesse, certo che niente più dello sport è in grado di presentarne: a giocare a bridge ci sono qui partecipanti di cinquanta paesi, nell’ambito di uno sport, il nostro, tra i più universali al mondo, e così sono moltissime le diverse lingue che si sentono parlare nel nostro micro cosmo.
    Per quanto riguarda la lingua che tutti accomuna, picche, cuori, quadri, fiori e senz’atout, ieri le nostre squadre hanno balbettato, specie le due, Open e Ladies, che ci avevano dato maggiori soddisfazioni.
    Il Blue Team aveva una giornata dura, e ne è uscito con 7 VP sotto media. Niente di male, visto che siamo ancora secondi, e sereni in prospettiva qualificazione. Davanti, spopola la Norvegia, che ci stacca di ben 19 VP, e dopo di noi, fino al sesto posto, c’è un gruppo piuttosto compatto (l’Olanda, sesta, è a 12 VP da noi). Dopo, invece, c’è un solco profondo 14 VP, e poi si entra nella zona calda della classifica.
    Ieri c’era quasi un baratro tra l’ottavo e il nono posto, oggi l’accelerazione delle inseguitrici, ed il rallentamento delle prime, ha provocato un compattamento tra il settimo e l’ undicesimo posto, e anche chi viene dopo, diciamo fino al diciassettesimo, può nutrire ancora qualche flebile speranza. Tra le squadre costrette a remare a tutta forza ci sono, come dall’inizio, USA 1 e Brasile, le quali hanno rimontato giusto qualche bracciata del mare che ancora le separa dal traguardo.
    Per i nostri, oggi, una giornata di apparente tutto riposo: Messico, ultimissimo con il peggior punteggio nelle tre competizioni, Pakistan, quart’ultimo, e Giappone, undicesimo.
    Le Ladies avevano, come detto, una giornata davvero di fuoco, e ne sono uscite malino. Prima hanno incassato un pesante 6-24 contro USA 1, peraltro inavvicinabile, e poi hanno fatto ben sperare infliggendo un succulento 22-8 alla Danimarca, in uno scontro diretto di grande importanza. Tuttavia, hanno subito un altro rovescio nel terzo ed ultimo incontro di giornata, perso 7-23 contro la Germania, allora nona e che ora ci ha scavalcato.
    Siamo ancora dentro il gruppo delle eligende, ma appese sull’orlo del baratro, 1 VP soltanto sopra l’Indonesia.
    Dopo le asiatiche c’è un buco di 13 VP, e sotto, ad inseguire, non ci sono squadre di grandissima qualità, anche se l’Egitto, nei quarti a Shang Hai, e la sempre pericolosa Svezia, qualche credito possono ben vantarlo, e venderanno cara la pelle. Decime sono le signore egiziane, e dodicesime le figlie del grande nord.
    In testa, Cina e Francia hanno messo il turbo, staccando di 13 e 11 VP rispettivamente USA 1, terza. Dopo queste tre, bisogna contare altri 22.5 VP per trovare la quarta, la Danimarca, e da lì in poi comincia la zona bagarre.
    Oggi, per le nostre, un inizio difficile, dove il primo incontro con la Spagna, sesta, è già quasi uno spareggio. Poi le regine d’oltralpe, e infine, per tirare un po’ il fiato, il Pakistan. L’obbiettivo è restare a galla, perché domani, quando si concluderà la corsa, il calendario ci è abbastanza favorevole.
    Infine il Green Team, il quale, evidentemente ringiovanito dall’appellativo che gli ho trovato, ha avvicinato la zona “buona” del tabellone. I nostri non hanno troppo brillato, invero, visto che hanno perso il primo incontro per 13-17 contro l’Uruguay, ieri penultimo e oggi risalito di una posizione (+ .5 sulla Nuova Zelanda…), e poi 12-18 il secondo contro la modesta Australia. Tuttavia, nell’ultimo match hanno strapazzato un concorrente diretto, il Giappone, superato 25-5, così che, grazie alla brusca frenata del gruppo di testa, i 50 VP di giornata ci hanno portato al nono posto, finalmente sopra media (1 VP in più), e a 8.5 VP dal traguardo agognato.
    Il gruppo, come detto, si è molto accorciato davanti e dietro, così che ancora molte cose possono succedere nel bene e nel male per due terzi buoni dei contendenti. Guida sempre l’Inghilterra, e poi Belgio e USA 2.
    Per i nostri, una giornata assolutamente decisiva, e purtroppo durissima. USA 2 come antipasto, USA 1 come piatto forte, e poi un dessert appiccicoso come l’India, nostra vicina di classifica. Diciamo che ci vorrebbe la media o poco meno, per rimanere non troppo lontani dalla meta, e sperare nel domani.
    
    MDS

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