07/09/2009 Cartoline da San Paolo - 7 Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.
Ho già avuto modo di dire che San Paolo offre pochino da vedere, a parte la curiosità del suo essere uno straordinario melting pot dove mille culture si fondono. Tuttavia, in attesa di avere la possibilità di visitare il museo, che le guide, forse in assenza di meglio, definiscono bellissimo, posso proporvi la descrizione di uno straordinario spettacolo naturale del quale si può godere con poco più di un’ora di volo (niente, in Brasile, dove le distanze sono immense): le cascate dell’Iguazù.
Le Cataratas do Iguaçu, visitate da un gruppo di giocatori l’altro ieri, che hanno riportato commenti entusiastici, sono cascate generate dal fiume Iguazú, situato sul confine tra lo stato brasiliano del Paraná e la provincia argentina di Misiones (nome che ha ispirato il film Mission, ambientato proprio in quello scenario naturale).
Diversamente dalle Niagara Falls, bellissime, ma composte, fondamentalmente, da un unico, grande “salto”, il sistema di cascate dell’Iguazù consiste di 275 di esse, con altezze fino a 70 metri, lungo 2,7 kilometri del fiume omonimo. La Garganta del Diablo, una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700 metri, è la più imponente, e segna il confine tra Argentina e Brasile. La maggioranza delle cascate sono nel territorio argentino, ma dal lato brasiliano (600 metri) si ha una migliore visione panoramica.
Il nome Iguazú viene dalle parole guaraní y (acque) e guasu (grandi); poca fantasia nel nome, quindi. Una leggenda guaraní dice che un dio pretendeva sposare una bellissima ragazza chiamata Naipú, che però scappò con il suo amante mortale Caroba in canoa. Arrabbiato, il dio modificò il fiume creando le cascate, nelle quali Naipù cadde trasformandosi in roccia, mentre Caroba si trasformò in albero. Si narra che da questa posizione i due amanti continuino ad osservarsi. Insomma, come accade per molti miti, leggende e religioni, una storia di un tipo già letto, presente com’è nella letteratura di culture diverse (sul perché sia così, storici, antropologi, filologi e teologi dibattono da sempre). Bellissima lettura del genere, che ricordo con amore dai tempi del liceo, “Le Metamorfosi” di Ovidio.
Un ribollire di schiuma può essere una metafora anche di quanto accaduto dentro l’Hotel Transamerica, almeno a guardare gli altissimi punteggi registrati in quasi tutti gli incontri dei quarti di finale. Un po’ lo hanno fatto le mani, che certo si prestavano alla bisogna, ma molta responsabilità l’hanno anche avuta l’inevitabile tensione, e la stanchezza che comincia ad affiorare dopo otto, lunghissimi giorni di gara.
Sia in rama, che su BBO, insieme a cose egregie – l’auditorium è scoppiato diverse volte in scroscianti applausi, uno dei quali per un attacco del nostro Antonio Sementa, riportato da Alberto Benetti in “Carte da San Paolo” – si sono infatti visti diversi orrori.
Nell’Open, tre dei quattro incontri hanno proceduto sui binari del braccio di ferro, con continui cambiamenti di leadership. Italia e Russia, in particolare, hanno dato vita ad uno scontro appassionante, sempre sul filo del rasoio, che si è per il momento concluso con i nostri in vantaggio 110.5 a 101 (ma c’è stato un momento nel quale eravamo sotto 71.5 a 100).
Accanto a noi nel tabellone, Germania e Bulgaria sono state pari, pressoché letteralmente, fino a quattro mani dalla fine, quando, per continuare con la metafora delle cascate, l’acqua ha cominciato improvvisamente a precipitare da una parte sola, tanto che la Bulgaria è ora avanti 130-97.
Nella parte bassa, USA 2 ha per lungo tempo condotto la corsa con disinvoltura, ma due strappi degli avversari olandesi, all’inizio e alla fine del terzo tempo, hanno portato gli orange molto vicini ai grandissimi avversari (come spesso accade loro, Meckstroth e Rodwell hanno anch’essi fatto risuonare il rama di meritati applausi). USA 2 ancora avanti, ma solo 101-98.
L’ultimo quarto, invece, non solo vede una delle due squadre nettamente staccata, ma quella squadra, contro ogni pronostico, è la Cina e non la Norvegia, che aveva dominato il Round Robin per spegnersi nel finale. I nordici hanno evidentemente proseguito il loro momento di smarrimento, se hanno concluso indietro 55.5 a 122, uno svantaggio già difficile da rimontare (anche se proprio contro di noi, ad Hammamet nel 1997, la Norvegia fu in grado di rimontare 64 IMP negli ultimi tre tempi).
Nel Ladies, grande equilibrio ovunque, anche se con un andamento piuttosto schizofrenico dei vari incontri (fa eccezione proprio il nostro, che è invece corso su binari pressoché rettilinei).
In alto, la Cina conduce 112 a 81 sulla Svezia, ma 16 di quei 31 IMP sono frutto del carry-over. Le cinesi, inoltre, a dispetto dei larghi favori del pronostico, erano partire molto male, quando le svedesi avevano loro inflitto un pesantissimo 63-13 nel primo dei tre tempi. Le asiatiche si sono però rimesse in carreggiata subito, mettendo a segno prima un 43-13, e poi un 38-5.
Accanto a questo incontro, quello tra USA 2 e Germania, sulla carta il più difficile da pronosticare, ha avuto anch’esso un andamento ondeggiante. Avanti subito le tedesche, secondo round alle americane, e terza ripresa ancora alla Germania, in tutti e tre i casi con punteggi abbastanza larghi. Totale, Germania 127, USA 2 107.
La Spagna era partita malino contro lo spauracchio USA 1, perdendo il primo tempo di 10, e ritrovandosi così a -22 causa il carry-over. Tuttavia, le iberiche hanno ammassato una montagna di IMP nel secondo tempo, vincendolo 81-34. USA 1 ha però recuperato nel terzo, riportandosi avanti, ma solo 123-115.
Il nostro incontro, ora, il quale, come è detto, ha avuto un andamento abbastanza piatto. Le azzurre hanno fatto ben sperare in ciascuno dei tre tempi, partendo puntualmente in testa e rimanendoci fino altre la metà delle sedici mani delle quali ciascuno si compone, ma la Francia ha invariabilmente recuperato, e così il distacco si è progressivamente dilatato. Eravamo a -2.5 dopo il primo tempo, a -13.5 dopo il secondo, e abbiamo concluso a -21.5, sul 94-115.5.
Il Seniors ora, per concludere.
Incredibile il testa a testa tra l’Inghilterra e l’Egitto, che hanno finito praticamente pari tutti e tre i tempi! 45-45 il primo, 25-23 il secondo, e 42-41 il terzo, sempre a favore degli inglesi, che grazie al vantaggio pregresso sono avanti 124-109.
Altrettanto dura la lotta tra Belgio e Indonesia, che si sono equivalse per due tempi, fino a quando i pluri titolati asiatici non si sono aggiudicati il terzo tempo in maniera abbastanza convincente. Il Belgio, tuttavia, grazie al carry-over di ben 15.5 IMP, è rimasto vicinissimo. La partita sta sul 91-89.5 per l’Indonesia.
Nella parte bassa, il clash of titans tra le squadre americane, tutte e due imbottite di titoli mondiali open, di giocatori professionisti, e di relativi sponsors, ha avuto, una volta di più, un andamento bizzarro. USA 2, già avanti 10.67 prima di cominciare, si è portata sul 59.67 a 0(!) dopo poche mani, ma USA 1 ha rimontato 28 IMP nel finale di tempo. Ancora davanti USA 2, ma con andamento più regolare, nel secondo tempo, vinto 40-29. Nel terzo, però, c’è stata la rivoluzione: dopo 11 smazzate USA 1 lo stava vincendo 51-0! USA 2 ha però rimontato 29 punti, e così è rimasta davanti 128.67 a 108.
Per concludere l’unico match, dei dodici, che sembra già chiuso. La Polonia, infatti, ha triturato la Svezia nei primi due tempi, arrivando a condurre di 98 IMP ad un certo punto. I nordici hanno tuttavia recuperato qualche punticino, ma sono ancora lontani anni luce, staccati 79.33 a 161.
Questa sera conosceremo i semifinalisti, nella speranza di vedere un bel fiocco azzurro sulla porta di Open e Ladies.
MDS
OPEN
FORMAZIONE
Giorgio DUBOIN Fulvio FANTONI Lorenzo LAURIA Claudio NUNES Antonio SEMENTA Alfredo VERSACE M.T. LAVAZZA (cng) M. ORTENSI (coach)
LADIES
FORMAZIONE
Gianna ARRIGONI Caterina FERLAZZO Gabriella MANARA Gabriella OLIVIERI Simonetta PAOLUZI Ilaria SACCAVINI G. RESTA (cng) D. DE FALCO (coach)
SENIORES
FORMAZIONE
Franco BARONI Roberto CAMBIAGHI Amedeo COMELLA Guiseppe GIGLI Paolo GIOVE Marco RICCIARELLI G. TAMBURI (cng)
Federazione Italiana Gioco Bridge
Via Giorgio Washington 33 - 20146 Milano - P.I. 03543040152