06/09/2009 Cartoline da San Paolo - 6 Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.
La giornata di ieri è stata talmente imbevuta di emozioni, di agonismo, di momenti drammatici, che per una volta trascurerò il consueto “cappello” a carattere culturale, per concentrarmi invece sul solo bridge.
I sei giorni precedenti, dunque, hanno scaricato sull’ultimo della qualificazione le ultime speranze, e il timore delle prime delusioni, a volta tanto brucianti che si sono viste molte lacrime in giro all’apparire della classifica finale, quando in un attimo sono svanite le une e si sono invece concretizzate le altre.
Si sono visti giocatori e giocatrici dall’aria esaltata e frenetica, percorrere le sale dell’Hotel Transamerica urlando di gioia, come anche altri rimanere immobili ed attoniti davanti alla proiezione di quella che evidentemente era una ferale notizia.
Insomma, adrenalina allo stato puro, sport, nella sua più tipica accezione di dispensatore della stessa, agonismo nascosto per lo più sotto gesti misurati ed impeccabile cortesia, umana disperazione, straripante felicità.
L’epilogo ha avuto toni accesi in vari settori della classifica e per diversi motivi. In testa, si lottava per il primo posto, e quindi per l’importante diritto di scelta più tardi, al momento della cerimonia del draw; poco più sotto, ci si batteva per restare, od avanzare, tra le prime quattro, così da essere cacciatore e non preda, e sempre in quest’ambito, per evitare, tra i primi, il quarto posto, che obbliga, di fatto, a scontrarsi con una squadra forte, ovvero quella, tra quelle classificate dalla quinta all’ottava, che nessuno vuole; infine, ribolliva la lotta per gli ultimi posti disponibili, in realtà uno solo nell’Open e nel Seniors, e due nel Ladies.
Nel settore Open, gli azzurri, a dispetto di una partenza di giornata con il piede sinistro – 13-17 contro il Brasile – ha finito per conquistare l’importante vittoria del girone, approfittando anche della luna decisamente storta della Norvegia, che aveva guidato sicura la corsa per quasi tutto il tempo. I nordici, in particolare, si sono fatti miseramente battere dal Messico, per molto tempo cenerentola non solo della Bermuda Bowl, ma di tutti e tre i raggruppamenti (i simpatici messicani hanno però avuto un’impennata d’orgoglio negli ultimi sei incontri, tanto da lasciare l’ultima piazza a Guadalupe).
Più sotto, la Bulgaria, squadra emergente e molto pericolosa, ha piazzato un bello spunto finale, battendo tra l’altro in maniera convincente, negli ultimi due turni, due concorrenti diretti: prima la Russia per 25-3, relegandola sotto la fatidica linea del quarto posto (settima, alla fine), e poi l’Olanda per 19-11, anch’essa scivolata così in quinta posizione.
Infine, l’ultimo posto disponibile se l’è aggiudicato la Cina a scapito della povera Argentina, la quale aveva fatto parte del gruppo degli eletti fin dall’inizio, e, decaduta pochi turni prima, non è riuscita a rimontare la corrente. I sudamericani avevano per di più una giornata favorevole, visto che dovevano affrontare negli ultimi due turni Messico e Pakistan, ma hanno perso il loro treno quando, nel penultimo match, hanno fatto solo 14 contro i redivivi messicani. Rimanendo a -2 dalla Cina. Gli asiatici avevano Guadalupe come avversaria nell’ultimo incontro, e incassando il prevedibile 25 hanno così tenuto a distanza i gauchos.
Al momento di scegliere, l’Italia, con in mente due possibilità, ovvero Russia e Cina, ha scelto la prima in considerazione del carry-over. Partiremo infatti da +6.5, mentre saremmo andati in negativo contro i Cinesi, contro i quali avevamo perso lo scontro diretto (il carry-over è pari alla metà dei punti differenza verificatisi nel testa a testa quando sia a favore della squadra meglio classificata, ovvero pari a un terzo della differenza medesima in caso contrario).
La Cina se la sono così presa i norvegesi, la Bulgaria ha scelto i tedeschi, e questo ha lasciato l’Olanda a USA 2. Infine, il Blue Team ha selezionato il match tra Bulgaria e Germania quale quello da cui attingere gli avversari dell’ipotetica semifinale.
Nel Ladies, le nostre signore, che erano none dopo un campionato di vertice, erano chiamate all’impresa, che mancava dal 2003, di entrare nel lotto delle migliori, e lo hanno fatto in bello stile. Prima hanno incassato un importante 24-6 contro il Marocco, e poi, nel momento topico, quando dovevano affrontare una dopo l’altra le due più dirette concorrenti, hanno messo in fila prima l’Egitto (23-7), e poi l’Indonesia (18-12). La sconfitta è stata amarissima per le indonesiane, visto che sarebbero bastati loro solo 5 VP in più per entrare nell’Olimpo. Proprio in coda al gruppo delle migliori si è verificata la situazione più drammatica dell’intera manifestazione.
Prima delle ultime sedici mani c’erano ben sei squadre in lotta per le ultime due piazze disponibili, ed è stato in un’atmosfera palpitante che in rama, dove venivano proiettati i risultati in tempo reale, si è assistito ad un su e giù delle squadre coinvolte.
Al momento nel quale la pallina si è fermata, a gioire sono state Spagna e Svezia (Italia e Germania non hanno mai sofferto, a dire il vero), ed a versare lacrime amare sono state Danimarca e, come detto, Indonesia.
In particolare, le povere Danesi si sono ritrovate fuori dopo aver fatto parte delle elette dal primo al ventesimo turno! Al contrario, le svedesi, che sembravano aver affittato il dodicesimo posto, per averlo occupato pressoché ininterrottamente, hanno avuto uno scatto decisivo proprio sul filo di lana.
Più su, ha dominato la Cina, crisalide mai diventata farfalla, con tutte le finali che ha perso negli ultimi quindici anni (l’ultima, in casa, di 1 IMP l’anno scorso).
Al momento di selezionare gli avversari, le cinesi hanno pescato la Svezia, e così le francesi, che avrebbero purtroppo avuto un carry-over molto sfavorevole contro la Spagna (avevano perso 25-3!), ci hanno scelto. Sarà durissima, ma anche l’alternativa, una delle due squadre americane, non era molto meglio.
Infine, USA 1 ha chiesto la Spagna, e USA 2 ha avuto ciò che rimaneva, quella Germania che, finalista nelle ultime tre edizioni, nessuno, come è ovvio, voleva.
Poi, la Cina ha scelto quale incontro dalla quale proverranno le avversarie dell’ipotetica semifinale proprio quest’ultimo (ma dovessero vincere entrambe le squadre americane, queste sarebbero obbligate da regolamento ad incontrarsi in semifinale).
Concludiamo ora con il Seniors, dove, con la prima, l’Inghilterra, staccata da tempo, e poca suspense nel gruppo delle inseguitrici – le prime quattro aveva scavato un solco profondo con le squadre dalla quinta in giù – il thrilling finale riguardava unicamente l’ottava piazza, per la quale c’erano a battersi, nella giornata, Indonesia, Giappone, Italia e Canada.
Le prime due si sono isolate già dopo il primo turno, quando hanno vinto largo mentre Italia e Canada vincevano sì entrambe, ma di misura. I nostri, in particolare, stavano dilagando contro il Brasile, quando due orribili mani ci sono costate 7 VP, e fatto concludere 16-14, così da rendere vano il pur meritevole sprint finale (22-8 all’Egitto, e 17-13 al Sud Africa).
Nel penultimo turno, l’Indonesia aveva il morbido Sud Africa, ed ha incassato 19, ma meglio hanno fatto i campioni olimpici in carica, battendo la forte Svezia 24-6 a -4.5. Nell’ultimo, infine, c’era la durissima USA 2 per l’Indonesia, ma anche il Canada per i giapponesi. Alla fine i primi hanno pareggiato, mentre i secondi sono stati capaci solo di un 18-12 che li ha lasciati corti di 1.5 VP.
Al momento del draw, l’Inghilterra si è prevedibilmente presa l’Egitto (non così morbido peraltro, ma meno indigesto delle altre, blasonatissime tre); il Belgio, guardando al carry-over (avrebbe avuto -16 contro la Svezia), ha pescato i finalisti delle ultime due edizioni, gli indonesiani, e la Polonia ha scelto la Svezia, lasciando così le due USA a scontrarsi.
Gli inglesi, infine, hanno scelto quali avversari della loro ipotetica semifinali quelli provenienti dall’incontro Belgio-Indonesia.
Tre tempi di sedici mani al giorno, per due giorni, per tutti, 96 in tutto, ampiamente coperti da BBO e OURGAME. Buon divertimento, in bocca al lupo alle nostre due rappresentative ancora in gara, e onore ai Seniors, che hanno concluso decimi, a soli 15 VP dal traguardo più ambizioso.
MDS
OPEN
FORMAZIONE
Giorgio DUBOIN Fulvio FANTONI Lorenzo LAURIA Claudio NUNES Antonio SEMENTA Alfredo VERSACE M.T. LAVAZZA (cng) M. ORTENSI (coach)
LADIES
FORMAZIONE
Gianna ARRIGONI Caterina FERLAZZO Gabriella MANARA Gabriella OLIVIERI Simonetta PAOLUZI Ilaria SACCAVINI G. RESTA (cng) D. DE FALCO (coach)
SENIORES
FORMAZIONE
Franco BARONI Roberto CAMBIAGHI Amedeo COMELLA Guiseppe GIGLI Paolo GIOVE Marco RICCIARELLI G. TAMBURI (cng)
Federazione Italiana Gioco Bridge
Via Giorgio Washington 33 - 20146 Milano - P.I. 03543040152