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08/09/2009
Cartoline da San Paolo - 8
Per “Carte… le migliori degli Azzurri, e non solo” vedere link a fine articolo.

Ancora una volta, gli umani sentimenti di disperazione ed esaltazione sono tornati protagonisti qui a San Paolo, al momento dell’epilogo dei quarti di finale, i quali hanno vissuto in molti casi dei momenti altamente drammatici, quasi la sceneggiatura l’avesse scritta un maestro del brivido.
   In questo quadro, spiccano i quattro ritiri prima della fine, tre nel settore Seniors e uno nel Ladies, tutti avvenuti in un momento nel quale i distacchi erano sì pesantissimi, ma non insormontabili. In particolare, si è fatto notare quello delle signore spagnole contro USA 1, con due turni da giocare e a -50.
   È evidente che, specie in quest’ultimo caso, si è trattato di una fuga dall’oramai insopprimibile tensione, da un mostro – la paura di perdere e, perché no, di vincere – che divora le viscere a questo livello di agonismo, specie quando, come nel caso delle iberiche, si è alla prima esperienza di questo tipo.
   Il ritiro, a quel punto, equivale a staccare la spina, ad abbandonarsi nella quiete ovattata della coscienza, stordita da nove, durissimi giorni di competizione, e serve a riconciliarsi con il gioco amato, che si era arrivati al punto di odiare quale fonte di sofferenza e non più di piacere.
   Nell’Open, i nostri sono riusciti ad aver ragione della Russia staccandosi irresistibilmente nel quinto tempo, dopo aver duramente lottato per ben 64 smazzate, nelle quali i nostri avversari ci avevano di poco superato. Onore, quindi, agli avversari di ieri, davvero bravi a rimanere al centro della pedana rispondendo colpo su colpo ad un avversario nettamente favorito.
   A proposito della metafora schermistica, fa davvero impressione l’andamento del match contiguo al nostro, da dove provengono i nostri avversari di oggi in semifinale, i bulgari. Loro ed i tedeschi si sono infatti scambiati terribili fendenti per tutte le 96 mani dell’incontro, fino ad un enorme punteggio finale di 271 a 245, la bazzecola di 516 IMP!!!
   È vero che le mani si prestavano, e che gli slam volavano a stormi, ma è anche vero che i due sestetti hanno interpretato pressoché tutte quelle mani in maniera assai aggressiva, soprattutto a causa dello stile dei tedeschi, con i bulgari a farsi trascinare dal clima dello scontro. La Bulgaria ha di fatto risolto la pratica nel terzo tempo, vincendolo di 33 IMP (e ben 70-37), difendendosi poi dal prepotente ritorno degli avversari nel quarto – la Germania era partita 41-0 prima che il tempo finisse sul 60-59 – ed acculando infine un vantaggio che doveva rivelarsi decisivo nel quinto. I tedeschi hanno tuttavia avuto ancora la forza di riprendersi 20 IMP nel sesto ed ultimo parziale, ma erano troppo lontani, a quel punto.
   I bulgari sono un oggetto abbastanza misterioso, ma questo sestetto nell’ultimo anno è stato capace di eccellenti prestazioni, e con continuità, così che sebbene godiamo dei favori del pronostico, dovremo stare davvero molto attenti. Partiremo a +5.
   Nella parte bassa altri due drammi al calor bianco. USA 2 aveva preso un bel vantaggio nei primi due tempi, ma l’Olanda aveva chiuso la prima giornata indietro di soli 3 IMP. Gli americani hanno di nuovo piazzato un mini rally, presentandosi all’atto conclusivo a +35. Tuttavia, i mai domi olandesi hanno rimesso tutto in discussione, quando si sono presentati alle ultime mani indietro di una diecina di punti, con Hamman-Zia, crollati in vista del traguardo, che in quelle mani hanno prodotto una serie di cattivi risultati. Mentre la sala chiusa aveva già finito, in aperta, dove duellavano i Meckwell contro Muller-De Wijs, c’erano ancora cinque mani da giocare, così che su BBO c’erano oltre 5000 spettatori a guardare, in un’atmosfera di grandissima tensione.
   Un colpo da 7 per USA 2, poi altrettanti per l’Olanda, poi una grande chance per i tulipani, mancata. Un’ultima suspense nel penultimo board, e poi, a salvaguardia delle coronarie, un’ultima smazzata a base di un 3NT con 29 sulla linea, e undici prese di battuta. USA 2 214, Olanda 200. È stata una gran partita.
   Ancora più drammatico l’ultimo quarto, quello tra Cina e Norvegia. I nordici avevano chiuso la prima giornata con un pesantissimo, inaspettato deficit, ed hanno cominciato la loro “lunga marcia” con qualcosa più di quel “singolo passo” di cui parlava Mao Zhe Dong, nel momento in cui hanno impilato 56 IMP contro i 27 degli avversari nel primo tempo di giornata. La Cina si è ripresa 7 punti nel quinto tempo, e ora la Norvegia era chiamata all’impresa, indietro com’era di 45.5 IMP prima delle ultime sedici mani.
   Brogeland e compagni non avevano però alcuna intenzione di abdicare lo scettro di detentori del titolo, e hanno risalito la corrente fino a che, a due mani dalla fine, si sono ritrovati in testa! La mano 31 è però costata loro 5 IMP, e dato che l’ultima, come già visto, era nata per essere pari, la Cina ha finito per prevalere 197-194.5, il punteggio più basso dell’Open.
   Gli Stati Uniti godranno di un vantaggio iniziale di 11 IMP sui cinesi, e con essi i favori del pronostico.
   Nel Ladies, si è purtroppo arrestata la bella corsa delle nostro meraviglioso Pink Team, andato a sbattere contro il muro della Francia – un oro, un argento e un quarto posto per le transalpine nelle ultime tre edizioni, e campionesse d’Europa nelle ultime due edizioni.
   Le azzurre hanno lottato con le unghie e con i denti, e dopo quattro tempi erano sotto di soli 11.5 IMP; tuttavia, le francesi hanno a quel punto piazzato l’allungo decisivo, vincendo la quinta frazione 71-28 e lasciandoci con ben poche residue speranze. 252.5 a 188 il punteggio finale.
   Nella parte alta del tabellone, la Cina, dopo un pessimo inizio, ha poi agevolmente disposto delle svedesi, battendole, senza palpiti, 269-182. La squadra scandinava è giovanissima, visto che, accanto a due veterane, presentava Catherine Bartheau, 34 anni, Emma Sijoberg, 24, Silvia Rimsted, 22, e Cecilia Rimsted, 21. Il futuro è loro.
   Accanto, la Germania si era presentata in vantaggio su USA 2 sul rettilineo d’arrivo, ma le americane hanno incassato un bel 55-12 nel quarto tempo, e hanno poi incrementato il vantaggio negli rimanenti due concludendo 258-210.
   Della Spagna, che ha abbandonato a favore di USA 1 con ancora due tempi da disputare, vi ho già detto, e visto che il regolamento richiede che le due formazioni statunitensi si incontrino in semifinale, gli incontri di questa fase metteranno di fronte Cina-Francia da un lato (transalpine a +1.33), e appunto USA 1-USA 2 dall’altro (USA 1 +4.5).
   Nel Seniors ben tre incontri si sono conclusi prima del tempo: il Belgio, sotto 140.5 a 211 contro l’Indonesia; USA 1, indietro 161-222.67 contro USA 2, e Svezia, staccata 164.33 a 247, hanno infatti gettato la spugna a sedici mani dalla fine.
   Il quarto match, invece, ha saputo regalare tutto quel thrilling del quale gli altri ci avevano privato.
   Inghilterra e Egitto avevano giocato a braccio di ferro per tre tempi, ma gli inglesi avevano moderatamente staccato gli avversari vincendo 37-26 il quarto tempo (avendo vinto complessivamente di 3 IMP gli altri tre, e partendo da +12, questo dava loro un vantaggio di 26 IMP). Tuttavia, gli arabi hanno rimontato buona parte dello svantaggio nel quinto parziale, vinto 56-41, e nel sesto, sono passati a condurre a tre mani dalla fine! A quel punto, lo stesso board 31 che aveva dato la vittoria alla Cina sulla Norvegia nell’Open, è risultato ancora una volta decisivo, a favore dell’Inghilterra. L’Egitto ha infatti perso 5 IMP in quella mano, si è visto scavalcare di 1 IMP, e le consuete undici prese in 3NT ad entrambi i tavoli nell’ultima mano hanno lasciato la situazione invariata. Inghilterra avanti, quindi, grazie al 237-236 finale.
   Oggi inglesi contro indonesiani (Inghilterra a +14.5), e americani contro polacchi (USA 2 a +11).
   
   MDS
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