23/08/2012 Lille 2012: conclusi i giochi Diciamo addio a Lille e lo diciamo senza troppi rimpianti. Non rimpiangeremo i risultati bridgistici né la città in sé. Dei nostri risultati abbiamo già detto, dobbiamo aggiungere solo che un pezzettino di Italia sale sul Podio grazie a Gabriella Olivieri (BRAVA !!!!!!!) che conquista l’Oro del Transnational con la squadra Milner. All’interno del Grand Palais, dove si giocava, direi che tutto ha funzionato bene. Tornando ai risultati, è chiaro che anche questa spedizione, come quella di Dublino, va giudicata in modo negativo. Se infatti i Senior hanno ottenuto un grande risultato e le Ladies, tutto sommato, lasciano la Francia con l’onore delle armi avendo perso contro una squadra più forte senza però sfigurare, il risultato degli Open, del quale abbiamo parlato ampiamente, fa sì che il giudizio complessivo sui nostri risultati, non possa che essere negativo.
Ma se il bilancio del bridge italiano qui a Lille si chiude in rosso, direi che quello del bridge mondiale, si chiude in rosso acceso. Queste Olimpiadi infatti, se da un lato verranno ricordate come quelle della caduta dei giganti (noi, USA, Monaco), dall’altro non verranno certo ricordate come quelle dell’ascesa di nuovi Dei nell’Olimpo del bridge. Al primo ed al secondo posto si sono classificate due squadre delle quali tutto si può dire (anzi, diciamolo subito: bravissime!), ma non che abbiano portato una ventata di novità. La Svezia è una squadra che, da anni, si presentava con la stessa formazione e che, da anni, otteneva risultati talvolta discreti, talvolta mediocri. Gli assi portanti della squadra erano due coppie: Nystrom-Bertheau e Fredin-Fallenius. Qui si sono presentati con i primi due divisi e con gli altri due “assenti giustificati”. Sono subentrati, a detta dei nostri e di altri giocatori, un ottimo giocatore, Upmark, due discreti ed un “negato” (relata refero). Insomma, ai nastri di partenza, una squadra che “non contava”. Bene, questa squadra ha vinto eliminando squadroni tipo USA e Monaco. La Polonia, seconda, presentava una squadra che, come coppia di punta, aveva una coppia (Balicki-Zmudzinski) che si à espressa ai massimi livelli qualche lustro fa. E’ quindi evidente che i “sovrani” non sono stati spodestati da forze nuove, ma da antichi comprimari (di alto rango, sia chiaro) che venivano regolarmente battuti. Ecco perché dico che il bilancio finale di queste Olimpiadi, per il bridge non è positivo. Non sono esplosi nuovi talenti che renderanno più affascinanti le battaglie future ma si è visto solo che il divario tra le cosiddette grandi e le altre squadre, si è ridotto notevolmente. E secondo me (ma sono il solo a dirlo: tutti i giocatori che ho interrogato sostengono il contrario) si è ridotto perché c’è stato un livellamento verso il basso, non verso l’alto. Ovvero non perché gli altri siano diventati dei fenomeni, ma perché i fenomeni sbagliano di più. Ma questa, ripeto, è solo una mia opinione che vale quel che vale. Non è, al contrario, una mia opinione ma un dato di fatto che, negli ultimi 15 anni sono saliti alla ribalta due soli giocatori: Madala e Grue, che si sono dimostrati all’altezza dei campioni che li hanno preceduti. Per il resto buio totale. Se questo non può considerarsi un bilancio negativo….
IL MEDAGLIERE
OPEN ORO SVEZIA Ahlesved, Bertheau, Cullin, Nystrom, Petersson, Upmark
ARGENTO POLONIA
BRONZO MONACO
WOMEN ORO INGHILTERRA Brock, Brown, Dhondy, Senior, Smith, Stockdale
ARGENTO RUSSIA
BRONZO POLONIA
SENIOR ORO UNGHERIA Barany, Dumbovich, Kovacs, Magyar, Szappanos
ARGENTO USA
BRONZO FRANCIA
TRANSNATIONAL ORO MILNER Hamman, Lall, Milner, Olivieri, Pszczola, Wortel
ARGENTO CANADA
BRONZO SAIC RED
Alberto Benetti
Nazionale Open
FORMAZIONE
Giorgio DUBOIN Agustin MADALA Romain ZALESKI Norberto BOCCHI Antonio SEMENTA Alfredo VERSACE M.T. LAVAZZA (cng) M. ORTENSI (coach)
Nazionale Women
FORMAZIONE
Marilina VANUZZI Caterina FERLAZZO Gabriella MANARA Gabriella OLIVIERI Annalisa ROSETTA Cristina GOLIN Dano DE FALCO (cng) Dano DE FALCO (coach)