28/08/2017 Diario 16 Tutti gli inni hanno risuonato, le bandiere sventolato, ed i discorsi di commiato sono stati pronunciati. Un problema personale mi ha costretto a lasciare anzitempo la città francese, e poi impedito di darvi immediato conto degli ultimi avvenimenti in quel di Lione, ma ve li offro adesso.
Cominciamo col dire che la medaglia d'oro più prestigio è andata agli Stati Uniti, i quali hanno così doppiato il successo ottenuto dai loro Over 60 (purtroppo a spese dell'Italia). Se il punteggio finale recita un misero +2 per gli americani di USA 2 - perdonate il bisticcio numerico - il medesimo, nudo e crudo non riflette l'andamento del match: gli statunitensi erano infatti avanti di 19 IMP prima dell'ultima mano, nella quale ne hanno persi ben 17, causa un grande slam al 25% non andato in porto, a fronte del piccolo slam nell'altra sala. Per meglio dire, arrivati alla mano 26, con ancora solo sei smazzate da giocare, USA 2 era avanti di 33, e solo il tardivo recupero dei francesi ha così accorciato la distanza finale. Niente a che vedere, dunque, con i punteggi più serrati della storia della Bermuda Bowl, i quali, peraltro, appartengono tutti e tre alla nostra epopea e - sventura delle sventure - rappresentano altrettante sconfitte per i nostri colori, e sempre a vantaggio dei giocatori a stelle e strisce. 5 IMP separarono gli azzurri dagli USA nel 1979, e lo stesso ammontare ci costò la finale del 1983. 1 misero IMP, poi (anche se, a dire il vero, avrebbero dovuto essere 2: manca nel conto ufficiale un errore arbitrale che mai è stato corretto, perché inutile), ci divise dagli eterni avversari nel 2003. In quei tre casi, infatti, la battaglia fu serrata dall'inizio alla fine, e risolta solo negli ultimi istanti: il "contro" di Eisenberg che decise la prima sfida arrivò a quattro mani dalla conclusione; l'incomprensione licitativa che portò Belladonna e Garozzo a chiamare uno slam senza due assi nel secondo episodio coinvolse la penultima smazzata, e infine proprio l'ultimissima carta decretò la nostra sconfitta a Montecarlo. Questa volta, l'epilogo è stato molto meno entusiasmante.
Più emozionante è stato forse il finale della battaglia per il bronzo, con la Nuova Zelanda che, partita da lontanissimo nell'ultima giornata, ha rimontato quasi fino a raggiungere gli avversari bulgari, solo per essere ricacciata indietro - non poi di molto - nelle ultimissime mani.
Infine in Transnational, che quando già si erano spenti gli ultimi fuochi della Bermuda Bowl si è preso la scena principale, ovvero la trasmissione in "Rama". MAZURKIEWICZ ha finito per prevalere, e così il capitano, Jassem, Gawrys e Klukowski si sono messi al collo la terza medaglia d'oro in quattro anni, dopo la Rosenblum del 2014 a Sanya, e la Bermuda Bowl di Chennai nel 2015 (in quel caso con in squadra Kalita-Nowosadzki, loro avversari in questa finale). La lotta con Jinshuo - due polacchi, come detto, e quattro cinesi - si è risolta per 10 IMP, 89-79, ma anche in questo caso il risultato finale non la racconta giusta: i vincitori erano a +31 solo cinque mani prima del termine. Il bronzo è andato a PERCY, squadra che vedeva in campo Zia, la quale ha avuto facilmente ragione per 60 IMP della ZIMMERMANN di Lauria e Versace.
Alla fine, eccovi, il quadro completo di titoli e medaglie in terra di Francia:
Bermuda Bowl Winners: 1. USA2 (Martin Fleisher, Joe Grue, Chip Martel, Brad Moss, Jacek Pszczola, Michael Rosenberg, Jan Martel npc) 2. France (Thomas Bessis, Francois Combescure, Cedric Lorenzini, Jean-Christophe Quantin, Jerome Rombaut, Frederic Volcker, Lionel Sebbane npc) 3. Bulgaria (Victor Aronov, Diana Damianova, Georgi Karakolev, Vladimir Mihov, Ivan Nanev, Julian Stefanov, Victor Aronov pc, Marta Nikolova coach)
Venice Cup Winners: 1. China (Yan Huang, Yan Liu, Yan Lu, Qi Shen, Nan Wang, Wen Fei Wang, Jianxin Wang npc, Xiaojing Wang coach) 2. England (Sally Brock, Fiona Brown, Catherine Draper, Sandra Penfold, Nevena Senior, Nicola Smith, Derek Patterson npc, David Burn coach) 3. Sweden (Pia Andersson, Kathrine Bertheau, Ida Gronkvist, Emma Ovelius, Cecilia Rimstedt, Sandra Rimstedt, Kenneth Borin npc, Carina Wademark coach)
D’Orsi Trophy Winners: 1. USA2 (Michael Becker, David Berkowitz, Allan Graves, Neil Silverman, Alan Sontag, Jeff Wolfson, Steve Garner npc) 2. Italy (Andrea Buratti, Amedeo Comella, Giuseppe Failla, Aldo Mina, Ruggero Pulga, Stefano Sabbatini, Pierfrancesco Parolaro npc) 3. Sweden (Mats Axdorph, Christer Bjaring, Sven-Ake Bjerregard, Bengt-Erik Efraimsson, Anders Morath, Johnny Ostberg, Tommy Gullberg npc, Carina Wademark coach)
FunBridge World Transnational Open Teams Winners: 1. Mazurkiewicz (Piotr Gawrys, Krzysztof Jassem, Michal Klukowski, Marcin Mazurkiewicz) 2. Jinshuo (Tong Jiang, Chuancheng Ju, Jacek Kalita, Michal Nowosadzki, Zheng Jun Shi, Xiaofeng Zhang, Dade Wang npc ) 3. Percy (Peter Crouch, David Gold, Zia Mahmood, Marion Michielsen, Andrew Robson, Anita Sinclair)
A seguito dei risultati, ben quattro sono stati i giocatori che da sabato possono fregiarsi dell'appellativo più prestigioso del bridge mondiale, quello di World Grand Masters: Catherine Draper, Yan Huang, Martin Fleisher e Thomas Bessis.
Maurizio Di Sacco
Nazionale OPEN
FORMAZIONE
Massimiliano DI FRANCO Giovanni DONATI Alessandro GANDOGLIA Benito GAROZZO Andrea MANNO Franco MASOERO Ezio FORNACIARI (cng)