22/08/2017 Diario 11 Non so se i nostri Seniores si siano trasfigurati al punto di avere intorno agli occhi "fiamme rote", ma l'epiteto che gli avevo rivolto ieri, classificandoli "bianchi per antico pelo" come il Caronte del Canto III, deve averli ispirati nel rifilare tremendi colpi di remo a quelle "anime prave" dei loro malcapitati avversari, tanto da inebetirli fino all'impotenza, quantomeno nel primo turno di ieri, il quarto del totale.
La frazione è infatti terminata con un enorme 70-12, il quale ha esattamente ribaltato la situazione: da -29 che eravamo prima di quelle sedici mani, a +29 al loro termine. Per concludere la citazione del Sommo Poeta, certo gli americani, dopo essersi forse compiaciuti di essere stati scelti da nostri, hanno poi maledetto la loro sorte, ovvero "Bestemmiato Dio e lor parenti, l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme di lor semenza e di lor nascimenti."
Gli statunitensi hanno provato ad imbastire una rimonta, vincendo di 19 IMP il penultimo segmento, e forse i bookmaker erano ancora disposti a concedergli i favori del pronostico, dal -10 dal quale si trovavano e con lo sponsor in panchina, ma il loro ultimo sforzo non è bastato: a due mani dalla fine gli azzurri conducevano di un margine troppo ampio perché potessero recuperare, tanto che il loro capitano è venuto da me per iscrivere la squadra al Transnational, virtualmente gettando la spugna. In realtà quelle due mani ci sono state molto sfavorevoli, ma non abbastanza da sottrarci la vittoria, che alla fine ha avuto le dimensioni di 6 IMP, sul 194-188. Se avete notato - e se non lo avete fatto, lo sottolineo io - i nostri più longevi rappresentanti (problema sinonimo sistemato anche oggi) hanno contenuto cotali avversari sotto la fatidica soglia dei 2 IMP a mano, a dato il palmares degli avversari medesimi si può parlare di un'impresa nell'impresa. Con USA 1, l'Italia Seniores ha infatti mandato a casa un impressionante numero di titoli mondiali, sia di categoria che assoluti, per non parlare dell'impressionante ammontare di titoli nordamericani, notoriamente non proprio facili da acquisire.
Oggi ci troveremo di fronte l'India, squadra che ha dimostrato un'incredibile tenacia e perseveranza, in omaggio alla predicazione in tal senso di quel Gandhi fondatore della patria. Gli asiatici avevano infatti perso seccamente il primo parziale del loro quarto di finale contro la Francia, ovvero incassando un pesantissimo 20-81, ma hanno poi fatto percorso netto, vincendo tutte e cinque i tempi successivi, anche se di misura, in quello che è apparso come un estenuante braccio di ferro. Erano infatti ancora a - 11 prima dell'ultima frazione, ma hanno saputo rimontare anche quelli, finendo a +13, sul 175-162. Attenzione, quindi: sulla carta non potevamo trovare avversario migliore (e così anche il problema relativo alla quotidiana gufata è risolto), ma - ed anche il latino è a posto, grazie di nuovo a Virgilio - non bisogna mai dimenticare ciò che nell'Eneide viene detto da Laocoonte agli instupiditi (da Atena) concittadini: Timeo Danaos et dona ferentis. Il poveretto terminò subito dopo i suoi giorni, insieme ai figli, strangolato dai serpenti marini inviati dalla vendicativa Dea: speriamo che siano gli indiani a seguirne, questa volta metaforicamente, la misera sorte.
Dall'altro lato del tabellone le cose sono andate in maniera molto diversa: USA 2 è partita da -20 contro il Giappone, ma dopo avere rimontato 10 di quegli IMP nel primo parziale di giornata, è passata al comando di 1 IMP dopo il secondo, ed ha poi dilagato nel terzo, concludendo 203-166. Infine, la Svezia era partita con largo margine contro l'Australia, ed ha vinto anche le ultime tre frazioni, finendo pipa in bocca sul 238-173. Un punteggio decisamente inatteso, almeno nelle proporzioni, e che conferma una volta di più la bontà della scelta operata dai nostri.
Dopo il doveroso, lungo excursus dedicato agli Over 60, è ora di passare oltre, ed in particolare, come sempre, ripartire dalle signore.
Tre degli incontri sono stati quanto mai combattuti, come già ieri era prevedibile accadesse, ma alla fine nel solo caso della Svezia contro Israele la squadra ieri in vantaggio ha finito per perdere, e stranamente, il margine più ampio è proprio quello che è andato ad appannaggio delle nordiche, capaci di ribaltare la situazione nel quarto segmento, contenere la rimonta avversaria nel quinto, e poi piazzare l'allungo decisivo nelle ultime sedici mani, per concludere a +33, 193-160. Dallo stesso lato del tabellone, le inglesi hanno piegato la Russia, ma hanno dovuto sudare sette camice prima di avere la meglio delle combattive avversarie, le quali hanno piazzato un perentorio parziale di 42-8 per cominciare la giornata. Le britanniche hanno però replicato nelle due successive frazioni, e finito per prevalere 220-199, ovvero il punteggio complessivo più alto del settore femminile.
Di sotto, il più basso punteggio di tutto il lotto, 183-134, ha visto la vittoria delle cinesi contro l'Olanda, vittoria già largamente prevedile ieri, e che mai è stata in discussione, anche se le "orange" non possono mai essere date per morte. Le asiatiche se la vedranno con la Polonia, emersa da un durissimo scontro contro l'Indonesia solo di 19 IMP, 171-152 (anche qui di IMP ne sono volati davvero pochi).
Infine la Bermuda Bowl dove si sono verificate due moderate sorprese: la Bulgaria ha finito per prevalere su USA 1 dopo la più sanguinosa delle battaglie, che ha visto muovere 465 IMP totali a fronte di numeri spesso inferiori di quasi 100 IMP negli altri incontri, ovviamente giocati con le medesime carte. E così ha fatto la Nuova Zelanda, formazione che non si può più, oramai, chiamare sorprendente, dopo le recenti, plurime conferme. I bulgari non avevano nessuno disposto a scommettere su di loro a sedici mani dalla fine: da sfavoriti, dovevano rimontare 19 IMP e contro il quartetto titolare (e super titolato) avversario. Ancora spacciati sembravano a poche mani dalla fine, ma proprio quando tutto pareva concluso è arrivata una tempesta che ha spazzato via gli statunitensi, i quali alla fine si dovuti arrendere per 226-239. I "kiwi" hanno invece galleggiato a brevissima distanza dagli avversari per i primi cinque tempi, ed hanno poi piazzato il colpo da KO nell'ultimo parziale, vincendo quello per 46-14, ed il match per 194-176.
La Bulgaria troverà ora l'altra formazione americana, USA 2, che non ha mai sofferto contro la Svezia fino al 193-170 finale, punteggio molto più largo di quanto in realtà sembra, visto che i nordici hanno rimontato un enorme deficit negli ultimi due segmenti. La Francia padrone di casa se la vedrà invece con gli "all blacks", la loro nemesi dell'anno scorso a Wroclaw. Tutta una nazione, si può esserne certi, è già lì a gridare con Rigoletto "sì vendetta, tremenda vendetta", ma non sarà facile avere ragione dei coriacei abitanti di "down under".
Maurizio Di Sacco
Nazionale OPEN
FORMAZIONE
Massimiliano DI FRANCO Giovanni DONATI Alessandro GANDOGLIA Benito GAROZZO Andrea MANNO Franco MASOERO Ezio FORNACIARI (cng)