
Gli incontri ad eliminazione diretta procedono con la triste ma necessaria regola del taglio a metà delle formazioni ancora in gara. Basta solo un imp, la differenza che nasce da una presa in più, il minimo dello scarto, e bisogna fare i bagagli per rientrare a casa con qualche rimpianto ma sicuramente una bella esperienza da mettere in archivio, restando sempre in attesa della rivincita.
Giusto per dare un senso al titolo, contrariamente al taglio a metà dei team sopravvissuti, il surtaglio si verifica quando una squadra affronta le ultime 12 mani da dietro, perciò sotto taglio, e riesce a recuperare, rimanendo in competizione e passando il turno sopratagliando. A tale proposito le formazioni autrici di questo recupero in extremis sono state, agli ottavi, Prato Ranfagni e Roma Miozzi. L’ausilio delle macchine segnapunti consente agli spettatori, e solo a loro, di avere i risultati in tempo reale, il famoso score progressivo. Pensate, solo per un attimo, quale sarebbe il riflesso sulla condotta di gioco se si permettesse ai giocatori stessi di avere sottocchio, belli in evidenza, i risultati che vengono dall’altra sala. Con espressioni rubate ad altre attività agonistiche si potrebbe tranquillamente dire che “salterebbero tutti gli schemi” in quanto la consapevolezza dell’andamento consentirebbe di quantificare con precisione la necessità o meno di swing, l’inutilità di un contratto perfetto o, addirittura, dello svolgimento delle ultime mani.
Rimaniamo, più che con i piedi per terra, con le carte sul tavolo. L’ulteriore setaccio dei quarti ha filtrato queste quattro semifinaliste:
Reggio Emilia Fornaciari, Varese Garbosi (in surtaglio) e le due romane Miozzi e Tessitore.
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