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29/10/2011
Mondiali a Veldhoven - Diario 14
Con l’uscita della squadra Angelini nei Quarti del Transnational, nell’ultima giornata dei Mondiali non era rimasto niente di Azzurro. A proposito di questo incontro vorrei fare una riflessione: le regole esistono e, secondo la maggioranza dei benpensanti (non secondo me, chi mi legge spesso lo sa bene), vanno rispettate sempre e comunque. Ma anche ammesso che la “maggioranza” abbia ragione ed io torto, trovo veramente vergognoso che un giocatore e quindi uno “sportivo”, si alzi dal tavolo da gioco, esca dalla stanza dove si gioca e vada a chiamare l’arbitro dicendo che il telefonino di un angolista legato alla squadra avversaria, aveva ricevuto un segnale di messaggio. Soprattutto perché nessuno aveva risposto e perché era chiarissimo che non poteva in alcun modo trattarsi di un messaggio “sospetto”. E’ un comportamento assolutamente antisportivo. Se l’arbitro si trova nei dintorni e sente il segnale, è obbligato (talvolta suo malgrado) ad applicare il regolamento e a comminare la prevista penalità. Ma andarlo a chiamare per denunciare il “misfatto” è un comportamento, questo si, che andrebbe sanzionato come comportamento antisportivo. Preciso che la penalità, poi annullata quando ci si è resi conto che il messaggio era di contenuto medico, non avrebbe comunque influito sul risultato finale. Solo che certe cose fanno male al bridge, ecco perché ne parlo.
   
   La Francia ha fatto la parte del leone in questi Mondiali. Presente con due squadre, ha vinto 2 Ori. La Nazionale femminile, una squadra a carburazione lenta ma di grandissima classe, ha vinto la Venice Cup dominando le indonesiane ( forse ancora insonnolite in seguito al lungo stage di allenamento dove giocavano dalle 4 di mattina a mezzanotte) e la Nazionale Senior la D’Orsi Senior Bowl ma, in questo caso, dopo una Finale combattutissima contro Usa2. Il Titolo più prestigioso, la Bermuda Bowl, è andato alla squadra che ci ha eliminato in Semifinale, l’Olanda. Il Transnational è stato vinto dagli Junior di Israele. Le vittorie di queste ultime due squadre (anche gli olandesi erano una squadra di giovani) ed il secondo posto, nella Bermuda Bowl, di Usa2, anch’essa una squadra di giovanissimi, fanno ben sperare in un “futuro” del bridge uno sport che, al contrario, sembrava “invecchiare” in modo irreversibile. Su bridge d’Italia faremo un’ analisi più approfondita del Campionato delle squadre italiane.
   
   Alberto Benetti
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