E poi non ne rimase nessuno.
Si proprio come nell’omonimo film di Collison basato sul romanzo “10 piccoli indiani” di Agatha Christie. Solo che nel libro e nel film, i personaggi, trasformatisi in cadaveri, uscivano di scena uno alla volta, mentre qui le eliminazioni delle squadre italiane avvengono a blocchi. Tre sono uscite dopo le fasi eliminatorie e le ultime due rimaste, ieri nel primo KO. E sono uscite giocando contro due squadre che erano tranquillamente alla loro portata. I due incontri hanno avuto due andamenti decisamente diversi. La squadra Lavazza, ovvero quella sulla quale si riponevano tante speranze di successo o, almeno, di un cammino che la portasse quantomeno alle semifinali, ha perso contro una squadra composta di quasi tutti lituani che, confermo, non avevo mai sentito nominare. La squadra torinese è partita col piede sbagliato ed ha chiuso il primo dei due tempi di gioco a – 23. Nel secondo tempo ha però recuperato alla grande sino a portarsi a soli 2 punti dagli avversari i quali, sconosciuti o meno che siano, hanno indovinato moltissimo e, anche quando non hanno indovinato, sono comunque caduti in piedi. Nel penultimo board del match, ad esempio, la lituana che giocava in Est in chiusa, si è esposta entrando di 1 cuori col Fante quinto nel colore. I nostri però non sono stati in grado di sfruttare questa sua leggerezza ed hanno giocato 3 SA in prima pareggiando un board nel quale, penalizzando 1 cuori, avrebbero incassato da 800 in su. La squadra Calandra, al contrario, è partita benissimo ma poi ha avuto un calo nella fase centrale del primo tempo che ha comunque chiuso alla pari (-1). Nel secondo tempo, dopo una partenza non brillantissima, si è rifatta sotto ma, nel finale, non ha trovato il guizzo giusto per operare il sorpasso. Comunque perdere due incontri per un totale di 56 board di soli 5 imps in tutto (- 3 Lavazza, -2 Calandra) è un chiaro segno che qui non si sta attraversando un periodo di grande fortuna. E questo, in un certo senso, fa parte della tradizione. In questa gara infatti, per quanto io possa ricordare, una squadra italiana non è mai riuscita a raggiungere i Quarti in nessuna delle cinque edizioni sin qui disputate. Evidentemente il nostro DNA non si addice a questo tipo di competizione.
Intanto si è iniziato a giocare il Campionato a Coppie miste al quale è iscritto un numero di coppie di appena un 10% circa inferiore a quelle di Sanremo. E questo, considerando la diversa attrattiva che può esercitare Sanremo rispetto a Poznan, può essere considerato un discreto successo. Ma la domanda di fondo resta: quale dottore aveva ordinato di organizzare qui questa quinta edizione degli European Open?
Alberto Benetti