
Stasera avrei voluto parlare più a lungo di come le nostre ragazze, giocando in quattro (ma domani è previsto il rientro della Arrigoni), siano comunque riuscite a non allontanarsi troppo dalla zona qualificazione. Avrei voluto soffermarmi di più sul fatto che i nostri senior, che ormai qualche squadra “che conta” l’avranno pur incontrata, siano, a metà Campionato, ancora in zona podio, ma quello che è successo oggi nell’Open, fa passare in secondo ordine tutto il resto. Per chi l’ha vissuta qui e per le migliaia di appassionati che l’hanno vissuta su BBO o seguendo i running scorse sul sito della Federazione, credo che questa sia stata una delle giornate più emozionanti e stressanti della storia del bridge. Inizialmente sembrava che l’unica cosa da fare oggi, fosse seguire il percorso dell’Ungheria perché se questa squadra fosse passata al posto di una delle altre nostre due “candidate”, ovvero la Latvia o il Galles, la cosa ci sarebbe costata 13 o 14 victory. Questo per il semplice calcolo aritmetico della differenza di punti da noi fatti contro l’Ungheria (9) e la Latvia (22) o il Galles (23), le altre due pretendenti al nono posto. Le cose non si mettono bene sin dall’inizio e l’Ungheria, abbastanza distanziata dal Galles all’inizio della giornata, riesce, per proprio merito e per demerito soprattutto dei baltici (la Latvia aveva un calendario facilissimo), a rimettersi in gioco e, prima del terzo ed ultimo turno, è in una posizione pericolosissima. Le mani scorrono sui monitor una dopo l’altra e la situazione non si chiarisce sino a quattro o cinque board dalla fine. Ad un certo punto però, l’Ungheria sembra tagliata fuori dai giochi. Esultanza generale ma…ma cosa sta succedendo nell’incontro che vedeva l’Italia opposta alla Croazia e del quale nessuno si era interessato più di tanto? Sta succedendo l’incredibile! I nostri stanno prendendo cappotto. Siamo sul 22 a 8 per loro quando Duboin esce dalla chiusa e ci dice che nelle ultime due mani si può perdere ancora. E Giorgino difficilmente si sbaglia nel valutare uno score. Infatti si perde, si perde di brutto e, con i 25 fatti contro di noi, i croati sono nei nove. Questo significa che nella classifica finale non conteggeremo i 9 punti fatti contro l’Ungheria ma i….CINQUE fatti contro la Croazia. Prima dell’ultima mano la Croazia ha due victory sulla Latvia e sul Galles. Poi il miracolo: in una mano il Galles riesce a guadagnare 3 victory e si porta un punto sopra la Latvia, la Croazia e… l’Ungheria rientrata in ballo. I giochi sembrano fatti, ma non è ancora così. La Latvia, a sua volta, si porta a pari punti col Galles e lo stesso fa l’Ungheria. Conteggi frenetici per calcolare la classifica “avulsa” e nuovo sospiro di sollievo: con le tre squadre a pari punti passa la Latvia. Ok, si può andare a cena. Ok si fa per dire. I cellulari sono stati inventati da un po’ e sulla strada verso il ristorante iniziano a squillare quelli di quasi tutti noi: l’Ungheria ha presentato un reclamo contro la Svizzera (sua avversaria nell’ultimo turno). Se il reclamo venisse accolto, passerebbero i magiari il che (do per scontato che ormai tutti sappiano quale sia la formula adottata qui) ci costerebbe, come detto, 13 victory in assoluto e addirittura 20 victory nei confronti dell’Islanda che con l’Ungheria ha fatto 7 punti di più di quelli fatti con la Latvia. Insomma nella classifica del girone finale saremmo quinti con un bel distacco dai primi. Passa circa un ora prima che Chicco Battistoni, il “vice” di Baldi in rama, al quale da oggi spetta ufficialmente un posto di tutto riguardo nella storia del bridge italiano, chiami Ortensi e gli dica che il reclamo è stato respinto. Urla di gioia alla tavolata italiana e stupore e incredulità degli altri ospiti del ristorante i quali, ben sapendo che la Nazionale di Lippi è fuori dai Mondiali, non si spiegano perché degli italiani debbano esaltarsi tanto per il goal segnato in quello stesso momento dalla Spagna al Portogallo. Beata ingenuità. Passa la Latvia e noi entriamo nel girone finale in prima posizione con 1 punto di vantaggio sull’Islanda (che in caso di accoglimento del reclamo ci avrebbe preceduto di 19 punti), 5 su Israele, 6 sulla Svezia e 7 sulla Francia. Per carità, il campionato ce lo saremmo giocato sino alla fine anche se fosse passata l’Ungheria con tutte le conseguenze del caso, ma…così è un’altra cosa. Un appello agli organizzatori: se la formula (e lo dico nel momento nel quale ci sta favorendo di più) dovesse rimanere la stessa nei prossimi Europei, istituiscano un posto di primo soccorso all’interno del palazzo sede di gara. Stavolta ci siamo salvati, ma la prossima qualcuno potrebbe avere un malore dovuto al troppo stress.
A.Benetti