
C’è un atmosfera diversa da ieri, in città, visto che è iniziato il “ramadan”. Insieme agli arbitri, mi ero recato in un ristorante, solo per cambiare indirizzo quando ci è stato detto che non avremmo potuto avere i piatti più succulenti, né della birra.
Mi raccontano gli amici turchi, che fino a vent’anni fa essa impossibile che questo accadesse, ovvero il trovare locali che osservassero il precetto religioso, ma che ora, invece, il vento è cambiato, e che si sta assistendo ad un avanzamento dell’islamizzazione delle città, e, in particolare, di Istanbul, culla della laicità.
Molto ha fatto l’immigrazione dalle campagne, e moltissimo fanno i finanziamenti di paesi di più stretta osservanza in favore delle frange più rigorose, per non dire integraliste della popolazione. Tuttavia, il genio del fondatore della Repubblica Turca, Mustafà Kemal Ataturk, il cui ritratto, nelle pose più varie, è qui appeso ovunque, ha fatto sì che la Costituzione sia pressoché blindata, e con essa i fondamentali principi di laicità dello stato che la permeano (solo pochi mesi fa, la Corte Costituzione ha bocciato un progetto di legge governativo che mirava a ripristinare la possibilità di vestire il velo nelle università).
Detto questo, bisogna però anche sottolineare come la convivenza tra religiosi e non, sia del tutto pacifica, così che non di rado capita di vedere in gruppo persone di diversa estrazione, e quindi anche donne velate in compagnia di altre senza velo (ma non mi è però capitato di vedere delle signore in chador accompagnarsi ad altre prive di copricapo).
Nella Yeditepe University, dove si gioca a bridge, ci vengono buone e cattive notizie, alternativamente.
Ieri si è disputato l’ultimo tempo di qualificazione del campionato a coppie MP, dove avevamo impegnate ben sette coppie. Di queste, solo due hanno superato lo scoglio, e se la metà delle escluse era, dopo due turni, già in posizione precaria, e l’eliminazione era quindi attesa, altrettanto non si può dire di Delle Cave-Fellus. I due romani, infatti, erano in ottima posizione, e sembravano sicuri finalisti, ma hanno segnato un abominevole 28% riuscendo così a rimanere fuori dal lotto dei primi cinquantaquattro.
È vero che anche la finale a IMP vale un il titolo di Campione del Mondo e le relative medaglie, ma differenza del Board-A-Match, il quale aveva un prestigio quasi uguale al fratello maggiore, lo squadre a KO, il valore della manifestazione è molto ridotto rispetto al MP.
Là, infatti, mancavano solo quattro squadre all’appello, e la competizione era di tutt’altro genere in confronto all’altra, mentre qui vengono meno più della metà delle iscritte, e tra loro, quindi, certamente tutte le più forti del lotto.
Anche con questa premessa, comunque, non potremmo certo disprezzare qualunque medaglia ci dovesse venire dalla competizione minore, ché è sempre un piacere cantare l’inno e gioire dei risultati degli azzurri.
In finale MP, dunque, Arrigo Franchi e Aldo Paparo, argento nel KO, e i fratelli Eugenio e Giuseppe Mistretta, oro nel BAM. Quindicesimi i primi, con il 55,69%, e quarantaquattresimi 1 secondi con 51,1. Fuori Failla-Zanasi (61esimi, 48,92%), Di Franco-Manno (68esimi, 47,46%), Casimirri-Schiassi (62esimi, 46,64%), Borzì-Mortarotti (77esimi, 45,66%) e Delle Cave-Fellus (78esimi, 45,44%).
Sempre ieri, sono partiti i due atti finali della manifestazione. Dopo il primo dei quattro tempi – 26 mani su 106 nel MP, e 24 su 105 nel IMP – il comportamento dei nostri portacolori è generalmente buono.
Nella Finale maggiore, Mistretta-Mistretta sono noni con il 55,32%, e Franchi-Paparo trentesimi con il 50,15. La corsa la conducono i francesi Aymeric Lebatteux e Nicolas Lhuissier, con il 62,87, davanti ai polacchi Krysa-Zmuda (61,47), ed agli olandesi Michielsen-Verbeek (59,22).
Nella Finale “povera”, invece, Di Franco-Manno e Borzì-Mortarotti sono entrambi ottimi quarti, con +38 IMP; Delle Cave-Fellus si trovano al decimo posto con +22 IMP, e Failla-Zanasi, per concludere le note positive, occupano la quattordicesima piazza con +10 IMP.
MDS