
La giornata di ieri è stata dedicata ai primi due turni di qualificazione del campionato a coppie MP (matchpoints, ovvero il normale metodo di segnatura, con il quale si disputano tutti, o quasi, i nostri tornei). A questi ne seguirà un terzo, nella mattina di oggi, e dopo si passerà alle due finali ancora in programma.
Le prime cinquantaquattro coppie della fase descritta giocheranno per il titolo mondiale a coppie MP, mentre le rimanenti 40 si contenderanno quello a coppie IMP. In entrambi i casi si giocherà con movimento barometro, su quattro sessioni (una oggi, due domani, e una domenica mattina), con trasmissione su BBO di tutti e due gli eventi (due tavoli per ciascuno). Le 16.30 di oggi, le 10 e le 15 di domani, e le 10 di domenica sono gli orari di inizio.
I nostri portacolori, gli stessi che ci hanno rappresentato a squadre, più i bolognesi Tommaso Casimirri e Jacopo Schiassi, hanno avuto rendimenti variabili. Qualificati sono al momento Franchi-Paparo, che guidano la nostra pattuglia con il 57% (14esimi), Delle Cave-Fellus (22esimi, 53,95%), i fratelli Mistretta (26esimi, 53,34%) e Failla-Zanasi (43esimi, 51,17%). Sotto la linea del 54esimo posto, invece, tutti gli altri.
Il bridge offre oggi davvero pochi spunti, e così ho la possibilità di presentarvi un po’ approfonditamente quello che, per me, è il monumento più bello e di maggior fascino di Istanbul. Considerato che la città turca non manca certo di attrattive, che di fascino è letteralmente intrisa, e che anche i lettori meno attenti avranno capito che io l’adoro, l’affermazione di prima da la cifra del mio innamoramento per “Santa Sofia”, che risale a quando, bambino, la vidi per la prima volta in un film “Dalla Russia con amore”, per molti ancora il più bel “007” di sempre.
La Hagia Sophia (in greco: Aγία Σοφία; in turco: Ayasofya; italianizzato in basilica di Santa Sofia o basilica della Santa Sapienza), nota per la sua gigantesca cupola, apice dell'architettura bizantina, fu terminata nel 537 e fu la più grande cattedrale del mondo fino al completamento della cattedrale di Siviglia nel 1520.
Il primo edificio viene iniziato da Costantino come cattedrale della nuova capitale, ma alla morte dell'Imperatore nel 337, la chiesa era ancora in costruzione, venendo consacrata solo nel 360, al tempo di Costanzo II, dal patriarca Eudossio. Dopo un incendio fu riedificata da Teodosio II, e riconsacrata nel 415. Di nuovo incendiata in seguito alla rivolta di Nika, scoppiata contro l'imperatore Giustiniano I nel 532, venne in seguito ricostruita in forme ancora più grandiose dallo stesso Giustiniano. Della basilica teodosiana sussiste ancora un piccolo edificio circolare laterale, la sacrestia.
L'imperatore stesso ne predispose la ricostruzione (probabilmente con l'intento di espiare il massacro dei 30.000 caduti nella rivolta, e per dare un segnale di stabilità e sicurezza dello stato), con un progetto ancor più magnificente sotto la direzione degli architetti Si dice che i due architetti che dirigevano i lavori fossero ottimi teorici, ma che avessero comunque scarsa esperienza sul campo, tanto che talvolta l'imperatore stesso avrebbe suggerito la soluzione di problemi pratici incontrati (e se sei l’imperatore, hai qualche probabilità di riuscire a far passare per vera questa tradizione ). I pilastri di sostegno della cupola argentea, tuttavia, non erano sufficientemente robusti per sostenere il peso della cupola di 31 metri di diametro. Già lesionati durante la costruzione, furono ulteriormente indeboliti dai terremoti del 553 e 557.
Malgrado alcuni interventi di consolidamento, parte della cupola crollò una prima volta il 7 maggio 558 in seguito ad un terremoto. La chiesa venne riaperta al culto nel 563, dopo la costruzione di una nuova cupola più leggera e rialzata di circa 6 metri per distribuirne meglio il carico, aumentando le spinte verticali e diminuendo quelle orizzontali verso i muri di sostegno. La cupola fu ricostruita in seguito altre due volte, nel X Secolo e nel XIV secolo dopo altrettanti crolli. La struttura fu inoltre consolidata con la costruzione di quattro alette-contrafforti ai lati, che racchiudono le scale interne.
Durante la Quarta crociata, con la presa di Costantinopoli nel 1203, l'Hagia Sophia venne saccheggiata e numerose reliquie, o presunte tali, fra cui la Sacra Sindone, una pietra della tomba di Cristo, il latte della Vergine Maria e le ossa di numerosi santi vennero trafugate. La chiesa fu convertita in luogo di culto cattolico, fino alla riconquista nel 1261 da parte dei Bizantini, che la ritrovarono ormai in rovina e la chiusero in seguito a nuovi crolli, fino a quando non fu nuovamente restaurata dagli architetti Astras e Peralta.
Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi (1453), l'Hagia Sophia fu trasformata in moschea e vi furono aggiunti i minareti, che sono ancora agli angoli.
È stata infine adibita a museo nel 1934, su decisione del primo Presidente della Repubblica turca Mustafa Kemal Atatürk.
Le sue gigantesche proporzioni ne fanno uno dei monumenti chiave dell'architettura di tutti i tempi. La basilica ha una pianta che fonde armoniosamente il rettangolo entro il quadrato (71x77 m), con tre navate, arcate divisorie in doppio ordine, ed un'unica abside opposta all'ingresso, che all'esterno si presenta poligonale. La pianta ha probabilmente ricalcato quella della basilica costantiniana.L'ingresso è preceduto da un doppio nartece. Gli interni sono arricchiti con mosaici, marmi pregiati e stucchi: colonne in costoso porfido o marmo verde della Tessaglia sono impreziosite da capitelli finemente scolpiti. Nel corso degli anni sono stati aggiunti alcuni mausolei laterali. All'interno, alcuni corridoi laterali riccamente decorati (che hanno ispirato la Basilica di San Marco a Venezia) conducono al grande vano della navata centrale, dominato dalla mastodontica cupola, che poggia su pennacchio ed archi, che scaricano il loro peso su quattro enormi pilastri.
Al di là della straordinaria bellezza, della storia che vi si respira, dei tanti elementi che concorrono alla mescolanza di stili, quello che ha sempre colpito nelle mie immancabili visite alla basilica, che vedo ogni volta che ho l’occasione di venire qui per bridge, è il rispetto del quale è stata oggetto nei secoli, come se la sua bellezza fosse al di fuori di ogni contesa. Chiunque l’abbia conquistata, e posseduta, non ha mai distrutto quanto c’era prima, tanto che persino quando venne trasformata in moschea, al di là dell’eliminazione dell’altare non ci fu nessun altro intervento.
MDS